PERCHÉ I NUOVI 5SV1 SONO GLI UNICI MAGNETOTERMICI DIFFERENZIALI IN UN MODULO IMPIEGABILI NEGLI IMPIANTI RESIDENZIALI?


A qualche mese dal lancio sul mercato dei nostri nuovi dispositivi compatti ci stiamo confrontando con parecchi clienti che utilizzano/utilizzavano magnetotermici differenziali elettronici in un modulo, a quanto pare non proprio difficili da reperire nonostante non siano in linea con gli standard tecnici nazionali.
Questo articolo ha lo scopo di segnalare, oltre ad alcuni chiarimenti circa le indicazioni normative, le problematiche che l’impiego di dispositivi differenziali elettronici potrebbe introdurre nell'impianto, sia sul piano funzionale che soprattutto su quello della sicurezza.

Differenziali Elettronici Vs. Elettromeccanici


Classificazione e quadro normativo di riferimento:
Gli interruttori differenziali, in funzione della loro tecnologia costruttiva, si possono classificare come:
· a funzionamento indipendente dalla tensione di rete (voltage independent) - Elettromeccanici
· a funzionamento dipendente dalla tensione di rete (voltage dependent) - Elettronici.
Gli interruttori differenziali elettromeccanici non necessitano di sorgenti ausiliarie di tensione (voltage indipendent) e sono anche chiamati “ad azionamento diretto” perché il sistema di apertura dei contatti utilizza unicamente l’energia proveniente dalla corrente differenziale di guasto. Questa tipologia di interruttori è descritta negli standard tecnici EN 61008-2-1 (per i differenziali puri) e EN 61009-2-1 (per i magnetotermici differenziali)
Gli interruttori differenziali elettronici risultano invece dipendenti dalla tensione di rete, in quanto sia l’elettronica interna che il sistema di apertura dei contatti necessitano di un’alimentazione ausiliaria, per questo sono definiti “ad azionamento indiretto”. Queste protezioni non sono contemplate negli standard Europei, ma sono presenti soltanto nella versione IEC della normativa di prodotto: IEC 61008-2-2 (per i differenziali puri) e IEC 61009-2-2 (per i magnetotermici differenziali). Quindi i magnetotermici differenziali elettronici non risultano conformi alla EN 61009-1.

Cosa dice la norma impianti?
La norma impianti italiana CEI 64-8, similmente alle norme nazionali della maggior parte dei paesi europei, pone precise limitazioni all’impiego degli interruttori dipendenti dalla tensione di rete. L’argomento è trattato nel paragrafo 531.3.4. della V3 della norma che afferma:
531.3.4.1 Negli impianti a corrente alternata, dove gli interruttori differenziali sono accessibili alle persone comuni non addestrate, ai bambini o alle persone disabili, gli interruttori differenziali devono essere conformi alle seguenti Norme:
- CEI EN 61008-1 e CEI EN 61008-2-1 per RCCB; o
- CEI EN 61009-1 e CEI EN 61009-2-1 per RCBO; o
- CEI EN 62423 per RCCB e RCBO.
NOTA Un RCCB è un interruttore differenziale senza sganciatori di sovracorrente incorporati. Un RCBO è un interruttore differenziale con sganciatori di sovracorrente incorporati.
531.3.4.2 Negli impianti a corrente alternata, dove gli interruttori differenziali (RCD) sono accessibili solo alle persone avvertite o alle persone esperte, gli interruttori differenziali devono essere conformi alle seguenti norme:
- CEI EN 61008-1 e CEI EN 61008-2-1 per RCCB; o
- CEI EN 61009-1 e CEI EN 61009-2-1 per RCBO; o
- CEI EN 62423 per RCCB e RCBO; o
- CEI EN 60947-2 per CBR e MRCD.
NOTA Un CBR è un interruttore automatico che incorpora una protezione contro le correnti differenziali. Un MRCD è un dispositivo differenziale separato. "
Nello standard tecnico non sono presi in considerazione dispositivi conformi alle IEC 61008-2-2 e IEC 61009-2-2. Va ricordato inoltre che il paragrafo 133.1 della CEI 64-8 prescrive che tutti i componenti elettrici utilizzati negli impianti elettrici siano conformi alle norme CEI ad essi applicabili.
Si può quindi concludere che non è ammesso dichiarare conforme l’impianto elettrico residenziale secondo la norma CEI 64-8 con l’impiego di interruttori differenziali dipendenti dalla tensione di rete (elettronici) ai sensi del DM 37/08.

Perchè i dispositivi elettromeccanici sono più sicuri di quelli elettronici?
Esistono delle condizioni impiantistiche nelle quali gli interruttori dipendenti dalla tensione di rete (elettronici) non danno protezione.
Il sistema di sgancio del differenziale elettronico viene pilotato tramite un circuito che necessita di alimentazione ausiliaria. L’energia necessaria per lo sgancio deve essere fornita dalla rete, e se la tensione di rete scende al di sotto di un certo valore, il dispositivo perde la sua funzionalità.
Nel caso in cui il conduttore di neutro venga interrotto a monte dell’interruttore differenziale gli interruttori differenziali con funzionamento dipendente dalla rete non saranno in grado di esercitare la loro funzione di protezione, generando un grave rischio per le persone.
I dispositivi elettromeccanici, essendo invece a funzionamento indipendente dalla tensione di rete, sono in grado di aprire il circuito in caso di guasto verso terra anche nel caso in cui il neutro sia accidentalmente interrotto.

Perchè i dispositivi elettromeccanici sono più affidabili di quelli elettronici?
Elettromeccanici: Il rilevamento e lo sgancio della corrente di guasto si basa sul principio del magnete di mantenimento, costituito da un'interazione di componenti meccanici. Elevata affidabilità e robustezza!
Elettronici: Il principio di rilevamento della corrente di guasto e il sistema di sgancio sono basati su elettronica, microcontrollori, amplificatori di segnale, ecc.. questo sistema è, per sua natura, più suscettibile alle interferenze rispetto ai componenti meccanici / magnetici.

Immunità alle interferenze EMC e alle sovratensioni
Elettromeccanici: Elevata immunità a scatti indesiderati o danneggiamenti a causa di sovratensioni (ad esempio temporali, operazioni di commutazione in rete, etc..)
Elettronici: Le sovratensioni potrebbero causare sganci indesiderati (l'elettronica è più sensibile alle sovratensioni e ad altre interferenze EMC) o addirittura la distruzione dell'elettronica e in questo caso il non funzionamento è difficilmente rilevabile perché non segnalato (l’impianto viene di fatto esercito senza la protezione differenziale con gravi rischi per la sicurezza della persone).

Misura della resistenza d'isolamento fino a 1000 Vc.c.
Elettromeccanici: I differenziali elettromeccanici non possono essere danneggiati dalle alte tensioni del segnale impiegato per le misurazioni della resistenza di isolamento. Il circuito di sgancio non ha alcun collegamento diretto con il percorso della corrente del carico (isolamento galvanico dalla rete di alimentazione), quindi questo non viene interessato dal segnale di misura ad alta tensione. Per la stessa ragione gli interruttori differenziali elettromeccanici non provocano errori di misurazione durante la misurazione della resistenza di isolamento.
Elettronici: L'elettronica dei differenziali dipendenti dalla tensione è collegata direttamente alla rete di alimentazione, per cui le alte tensioni del segnale impiegato per la misurazione della resistenza di isolamento possono causare danni e quindi la perdita della funzione di protezione. La scheda elettronica può inoltre essere segnalata come un errore di isolamento durante la misurazione. A seconda della direzione di alimentazione, il misuratore della resistenza d'isolamento "vede" l'elettronica anche se il differenziale è in OFF. Per una corretta (e sicura) misurazione dell'isolamento, le connessioni di tutti i differenziali elettronici devono essere rimosse prima di iniziare la misurazione.

I nuovi 5SV1 garantiscono la completa funzionalità richiesta dal nostro standard tecnico d'impianto e sono l'unico magnetotermico differenziale in un modulo ad oggi sul mercato!






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